19 ° secolo criticismEdit
Rappresentazione di Lady Macbeth da Anna Jameson 1832 Caratteristiche delle Donne
Prime critiche di personaggi femminili di Shakespeare drama incentrato sugli aspetti positivi del drammaturgo effonde su di loro, e spesso sostenuto che Shakespeare realisticamente catturato l’essenza della femminilità. Helen Zimmern, nella prefazione alla traduzione inglese dello studio di Louis Lewes The Women of Shakespeare, sosteneva nel 1895 che “dei dramatis personae di Shakespeare, le sue donne sono forse le più attraenti, e anche, in un certo senso, le sue creazioni più originali, così diverse sono, nel loro complesso, dagli ideali del tipo femminile prevalenti nella letteratura del suo tempo.”Lewes stesso colpisce un tono simile di lode nella sua conclusione: “La bacchetta magica del poeta ha aperto le profondità della natura della donna, in cui, accanto all’emozione bella e squisita, le terribili passioni giocano la loro parte pericolosa e fatale.”
Questo primo periodo di donne in Shakespeare, che termina all’inizio del XX secolo, è caratterizzato da un tono e un trattamento molto convenzionali e dalla conferma della sottomissione femminile. Gli editori di una raccolta del 1983 chiamata The Woman’s Part, che fa riferimento a tre libri di donne autrici del 19 ° secolo (un libro autorevole, Le eroine di Shakespeare: Caratteristiche delle Donne di Anna Jameson, originariamente pubblicato 1832, e due biografie fittizie in forma di romanzo due di Shakespeare eroine 1885) concludono che questi primi critici sono “disagio” di Shakespeare eroine comportarsi “unwomanly”, e che gli adattamenti delle loro storie “lode femminile dolcezza e la modestia in uno stile che oggi appaiono effusiva.”Questi sono, dicono, “limiti culturalmente indotti” da parte delle donne critiche e degli autori che studiano e adattano le donne di Shakespeare.
Critica modernamodifica
I critici recenti adottano una varietà di approcci all’argomento. Per i critici femministi influenzati dal femminismo francese, l’analisi del corpo femminile nelle opere di Shakespeare si è dimostrata fruttuosa. Carol Chillington Rutter, autrice di Enter the Body: Women and Representation on Shakespeare’s Stage (2001), si concentra ad esempio sul corpo di Cordelia, come suo padre, Re Lear, la porta sul palco; sul corpo di Ofelia nella tomba; e sui corpi delle due donne sul letto alla fine di Otello, “una commedia che distrugge le donne.”