Artemisia è la pittrice femminile più celebre del xvii secolo. Lavorò a Roma, Firenze, Venezia, Napoli e Londra, per le più alte sfere della società europea, tra cui il Granduca di Toscana e Filippo IV di Spagna.
Artemisia nacque a Roma, primogenita di cinque figli e unica figlia di Orazio Gentileschi, sotto il quale si formò. Il primo dipinto firmato e datato di Artemisia, ‘ Susanna e gli anziani ‘(collezione Schloss Weißenstein, Pommersfelden, Germania), è del 1610. Un anno dopo Artemisia fu violentata dal pittore Agostino Tassi, conoscente e collaboratore del padre. Nel 1612 seguì un processo infame, minuziosamente documentato nei documenti che sopravvivono. Tassi fu giudicato colpevole e bandito da Roma, anche se la sua punizione non fu mai applicata.
Dopo il processo Artemisia sposò un artista fiorentino poco conosciuto di nome Pierantonio di Vincenzo Stiattesi, e lasciò Roma per Firenze poco dopo. Lì ebbe cinque figli e si affermò come artista indipendente, diventando la prima donna ad entrare a far parte dell’Accademia delle Arti del Disegno nel 1616. Artemisia tornò a Roma nel 1620, assediata dai creditori dopo aver accumulato debiti, e vi rimase per 10 anni (ad eccezione di un viaggio a Venezia nel 1628).
Dal 1630 si stabilì a Napoli, dove gestì uno studio di successo fino alla sua morte. Visitò brevemente Londra nel 1639, forse per assistere suo padre malato sul dipinto del soffitto della Queen’s House a Greenwich (ora a Marlborough House a Londra), ma tornò a Napoli l’anno successivo. La data precisa della sua morte non è nota, ma un documento scoperto di recente la riporta ancora residente a Napoli nell’agosto del 1654.