In qualche quarto esiste una visione prepotente della filosofia come oggettiva e universale nel carattere. Qualsiasi attività filosofica che non riesce a vivere all’altezza degli standard stabiliti viene respinta come mantenendo uno status non epistemico/filosofico. Tuttavia, questa visione non è universale in quanto è contrastata da un campo che cerca di difendere quella che Emmanuel Eze chiama la posizione anti-importazione. Il campo opposto condanna sia il metodo filosofico che la finta superiorità del cosiddetto approccio universalista. Il campo che Eze sostiene è venuto ad essere associato con la crescita e lo sviluppo della filosofia africana, e questa crescita e lo sviluppo è stato incoraggiato a sfidare il dominio dell’approccio universalista. In questo articolo cerco di rivisitare un dibattito tra Ward Jones e Emmanuel Eze sulla natura della filosofia in Africa in relazione alla filosofia analitica. Jones, nella sua difesa per l’approccio universalista, si oppone all’interpretazione di Eze della filosofia in generale e alla posizione della filosofia africana in relazione alla filosofia analitica. Cerco di offrire alcune ragioni di base che mostrano la posizione di Jones come difficilmente persuasiva. Così facendo spero di forzare una resa dei conti di ciò che la natura della filosofia è per i suoi praticanti che emergono da, e sono informati da, orizzonti diversi.
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