Priamo

Nel Libro 3 dell’Iliade di Omero, Priamo dice a Elena di Troia che una volta aiutò re Mygdon di Frigia in una battaglia contro le Amazzoni.

Quando Ettore viene ucciso da Achille, il guerriero greco tratta il corpo con mancanza di rispetto e si rifiuta di restituirlo. Secondo Omero nel libro XXIV dell’Iliade, Zeus invia il dio Hermes per scortare il re Priamo, il padre di Ettore e il sovrano di Troia, nel campo greco. Priamo in lacrime supplica Achille di avere pietà di un padre privo di suo figlio e restituire il corpo di Ettore. Invoca il ricordo del padre di Achille, Peleo. Priamo implora Achille di compatirlo, dicendo: “Ho sopportato ciò che nessuno sulla terra ha mai fatto prima – ho messo le mie labbra sulle mani dell’uomo che ha ucciso mio figlio.”Profondamente commosso, Achille cede e restituisce il cadavere di Ettore ai Troiani. Entrambe le parti concordano una tregua temporanea, e Achille dà il permesso a Priamo di tenere un funerale adeguato per Ettore, completo di giochi funebri. Egli promette che nessun greco si impegnerà in combattimento per almeno nove giorni, ma il dodicesimo giorno di pace, i greci sarebbero tutti in piedi ancora una volta e la potente guerra sarebbe continuato.

Priamo viene ucciso durante il sacco di Troia dal figlio di Achille Neottolemo (noto anche come Pirro). La sua morte è graficamente correlata nel Libro II dell’Eneide di Virgilio. Nella descrizione di Virgilio, Neottolemo uccide prima il figlio di Priamo Polites di fronte a suo padre mentre cerca santuario sull’altare di Zeus. Priamo rimprovera Neottolemo, lanciando una lancia contro di lui, colpendo in modo innocuo il suo scudo. Neottolemo allora trascina Priamo all’altare e lì uccide anche lui. La morte di Priamo è alternativamente raffigurata in alcuni vasi greci. In questa versione, Neottolemo conficca Priamo a morte con il cadavere del nipote di quest’ultimo, Astyanax.

È stato suggerito da fonti ittite, in particolare la lettera Manapa-Tarhunta, che ci sia una base storica per l’archetipo del re Priamo. La lettera descrive un Piyama-Radu come un ribelle problematico che rovesciò un re cliente ittita e successivamente stabilì il proprio dominio sulla città di Troia (menzionata come Wilusa in Ittita). C’è anche menzione di un Alaksandu, suggerito per essere Alessandro (figlio del re Priamo dall’Iliade), un sovrano successivo della città di Wilusa che stabilì la pace tra Wilusa e Hatti (vedi il trattato di Alaksandu).

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