Ad esempio, se una persona con diabete mellito ha una brutta reazione allergica all’assunzione di una dose completa di insulina di manzo, alla persona viene somministrata inizialmente una quantità molto piccola di insulina, così piccola che la persona non ha reazioni avverse o sintomi molto limitati come risultato. Per un periodo di tempo, vengono somministrate dosi maggiori fino a quando la persona sta assumendo la dose completa. Questo è un modo per aiutare il corpo ad abituarsi alla dose completa e per evitare di avere la reazione allergica all’insulina di origine bovina.
Un metodo di desensibilizzazione temporanea comporta la somministrazione di piccole dosi di un allergene per produrre una risposta IgE-mediata in un ambiente in cui un individuo può essere rianimato in caso di anafilassi; questo approccio, attraverso meccanismi non caratteristici, alla fine sovrascrive la risposta IgE ipersensibile.
Gli approcci di desensibilizzazione per le allergie alimentari sono generalmente in fase di ricerca. Includono:
- immunoterapia orale, che comporta l’accumulo di tolleranza mangiando una piccola quantità di cibo (solitamente cotto);
- immunoterapia sublinguale, che prevede la collocazione di una piccola goccia di latte o bianco d’uovo sotto la lingua;
- epicutaneous immunoterapia, che inietta l’alimento sotto la pelle;
- monoclonali anti-IgE, gli anticorpi, che non specificamente ridurre la capacità del corpo di produrre una reazione allergica;
- una formulazione a base di erbe Cinesi, FAHF-2, un altro non-specifico approccio attualmente in fase di studio in arachidi allergia;
- utilizzo di probiotici;
- elminti terapia;
- un farmaco per sopprimere il toll-like receptor 9 (TLR9); e
- mepolizumab per trattare l’esofagite eosinofila.